Scegliere le luci giuste per ogni zona della piscina non è solo un aspetto tecnico o estetico, ma una vera e propria necessità per la sicurezza dei bagnanti. Non basta scegliere delle semplici “lampade da esterno”: prima di procedere all'installazione in vasca occorre verificarne la certificazione e il grado IP. Molti incidenti gravi sono spesso causati dall’uso di apparecchi non idonei, da giunzioni non stagne o da trasformatori non isolati correttamente.
Installare le luci più adatte per ogni zona significa quindi coniugare sicurezza e design, e realizzare un’illuminazione scenografica e accogliente, che valorizzi la piscina di notte e la renda allo stesso tempo funzionale.
In questo articolo analizzeremo in dettaglio cosa prevede la normativa per l’illuminazione bordo piscine, quali tipologie di luci scegliere per Zona 0 e Zona 1, come installarle correttamente e quali errori evitare.
Cos’è la classificazione delle zone in piscina
Come abbiamo visto, le norme italiane ed europee impongono regole molto severe e dettagliate sugli impianti elettrici in piscina, in particolare per quanto riguarda l’illuminazione. Alla base di queste regole c’è la classificazione in zone, un concetto fondamentale per garantire la sicurezza dei bagnanti e di chi circola a bordo vasca. Questa classificazione serve a definire con precisione il livello di rischio elettrico in base alla distanza dall’acqua e a stabilire quali dispositivi elettrici possano essere installati e in che modo.
La norma italiana di riferimento (CEI 64-8, Sezione 702) definisce tre aree principali:
- Zona 0: l’interno della vasca stessa, il volume occupato stabilmente dall’acqua. È la zona più pericolosa, perché qualsiasi apparecchio installato qui è costantemente immerso e deve resistere a una pressione idrostatica continua.
- Zona 1: l’area che si estende dal bordo della vasca fino a 2 metri di distanza in orizzontale e fino a 2,5 metri di altezza verticale. È la zona dove le persone si muovono, generando spesso spruzzi d’acqua e mantenendo un elevato rischio di contatto diretto con parti elettriche.
- Zona 2: la fascia successiva, che si estende da 2 a 3,5 metri dal bordo, con requisiti di sicurezza meno severi ma comunque importanti.
Nelle Zone 0 e 1 la norma è molto chiara e restrittiva: è consentito solo l’uso di tensione SELV (Safety Extra Low Voltage). Questo significa alimentare i dispositivi elettrici con una tensione di sicurezza bassa che non può superare:
- 12 V in corrente alternata (AC);
- 30 V in corrente continua (DC).
L’uso di circuiti SELV riduce notevolmente il rischio di elettrocuzione perché anche in caso di contatto diretto con un conduttore sotto tensione, l’energia disponibile non è sufficiente a causare danni gravi o mortali. Ma non basta abbassare la tensione: l’alimentazione SELV deve provenire da una sorgente di sicurezza situata al di fuori delle Zone 0 e 1, oppure eventualmente in Zona 2 ma solo se il suo circuito di alimentazione è protetto da un dispositivo differenziale ad alta sensibilità con corrente differenziale nominale non superiore a 30 mA.
Un altro aspetto spesso trascurato riguarda le giunzioni elettriche. La norma CEI 64-8 vieta categoricamente di eseguire giunzioni nelle Zone 0 e 1. Questo perché ogni punto di connessione è un potenziale punto debole, soggetto a infiltrazioni d’acqua, corrosione o guasti meccanici che possono portare a pericolose dispersioni di corrente. Le cassette di derivazione sono ammesse solo in Zona 1 e solo se ospitano circuiti SELV, con grado di protezione adeguato agli spruzzi d’acqua (IPX4 minimo, preferibile IPX5 o superiore).
La classificazione in zone è quindi uno strumento essenziale per progettisti e installatori. Serve a mappare l’area piscina in modo rigoroso e a definire esattamente quali apparecchi di illuminazione, quali trasformatori, quali cablaggi e quali sistemi di protezione differenziale sono ammessi in ogni punto. Senza questa suddivisione, qualsiasi impianto potrebbe essere a rischio.
Differenze tra zona 0 e zona 1
Capire bene le differenze tra Zona 0 e Zona 1 è fondamentale per progettare un impianto elettrico sicuro e conforme alla normativa. Anche se spesso vengono nominate insieme, queste due zone presentano infatti livelli di rischio molto diversi, che si riflettono in requisiti tecnici altrettanto specifici. Oltre alla posizione, tra le principali differenze tra le due zone troviamo:
- Tensione di alimentazione consentita
In Zona 0 sono consentiti solo sistemi SELV (Safety Extra Low Voltage) con tensione massima di 12 V in AC o 30 V in DC. Questo livello di tensione è scelto proprio perché, anche in caso di contatto diretto, non può provocare danni letali.
In Zona 1 è preferibile (e spesso obbligatoria) alimentazione SELV, ma in alcune condizioni si possono usare tensioni superiori solo se protette da dispositivi differenziali ad alta sensibilità (≤30 mA). Tuttavia l’uso di SELV è fortemente raccomandato per la massima sicurezza. - Grado di protezione IP richiesto
In Zona 0 il grado di protezione IP minimo è IPX8, che assicuri resistenza all’immersione continua a profondità specificata dal costruttore. Non basta che le luci siano “impermeabili” o "resistenti all'acqua": servono apparecchi appositamente progettati per l’immersione completa.
In Zona 1, invece è richiesto un grado di protezione minimo IPX4 (resistente agli spruzzi), ma è fortemente consigliato IPX5 o superiore per resistere a getti d’acqua diretti, lavaggi e condizioni di bagnato estremo. - Tipologia di apparecchi installabili
In Zona 0 possono essere installati solo apparecchi specificamente certificati per immersione continua. Tipicamente fari a LED per piscina con corpo stagno e guarnizioni resistenti alla pressione.
In Zona 1 possono essere posizionati invece apparecchi resistenti agli spruzzi d’acqua come applique, faretti da parete o da incasso, strip LED IPX5+, purché alimentati in sicurezza e certificati per uso esterno.
Normativa di riferimento: CEI 64-8 e norme internazionali
La norma CEI 64-8, nello specifico la Parte 7, Sezione 702, intitolata “Ambienti contenenti piscine o fontane” è dedicata esclusivamente agli impianti elettrici in piscina e stabilisce:
- la classificazione delle zone (0, 1 e 2), in base alla distanza dall’acqua e al rischio di contatto;
- i limiti di tensione ammessi per ciascuna zona;
- i gradi di protezione IP minimi richiesti per gli apparecchi;
- l’obbligo di utilizzare sistemi SELV (Safety Extra Low Voltage) in Zona 0 e 1;
- la posizione e le caratteristiche delle sorgenti di alimentazione SELV (che devono essere fuori dalle zone di rischio);
- l’obbligo di protezione differenziale ad alta sensibilità (≤30 mA) sui circuiti di alimentazione;
- i vincoli sulle giunzioni elettriche e sulle cassette di derivazione.
La CEI 64-8 non è una raccomandazione facoltativa, ma un riferimento normativo obbligatorio per tutti gli impianti elettrici in Italia. Significa che chi progetta, installa o collauda un impianto di illuminazione in piscina deve attenersi a queste regole per garantire la conformità di legge e la sicurezza degli utenti. La violazione di queste prescrizioni può comportare sanzioni, la non validità della Dichiarazione di Conformità (DiCo) e persino la responsabilità civile e penale in caso di incidente.
A livello internazionale, esistono norme armonizzate che stabiliscono criteri equivalenti. La CEI 64-8, infatti, recepisce i principi della norma IEC 60364-7-702, che è lo standard internazionale elaborato dalla International Electrotechnical Commission per gli impianti elettrici in ambienti contenenti piscine e fontane. Anche la IEC 60364-7-702 definisce le zone di rischio, i limiti di tensione, i gradi di protezione IP e l’uso obbligatorio di sistemi SELV per le zone a più alto rischio.
Un’altra norma fondamentale a livello di prodotto è la EN 60598-2-18, che stabilisce i requisiti di sicurezza specifici per gli apparecchi di illuminazione destinati all’uso in piscine e ambienti simili. Questa norma definisce:
- i test di tenuta e resistenza all’acqua (IPX8 per immersione continua in Zona 0);
- i materiali idonei a resistere a cloro, sale e agenti chimici;
- le caratteristiche costruttive per evitare infiltrazioni e guasti;
- le modalità di etichettatura e le informazioni che il produttore deve fornire all’installatore.
Protezione differenziale e sistemi SELV
Quando si parla di sicurezza elettrica in piscina è importante approfondire due concetti fondamentali: la protezione differenziale e i sistemi SELV (Safety Extra Low Voltage). Sono due strategie complementari che, se ben applicate, riducono notevolmente il rischio di incidenti in piscina.
Cominciamo dalla protezione differenziale. Questo dispositivo – noto comunemente come “salvavita” – ha il compito di interrompere automaticamente il circuito elettrico quando rileva una dispersione di corrente verso terra e verso massa superiore a un valore stabilito, generalmente 30 mA nei circuiti di uso domestico e in ambienti a rischio. Nelle piscine, l’uso della protezione differenziale è obbligatorio. La norma CEI 64-8 impone che tutti i circuiti elettrici che alimentano apparecchi installati in Zona 0, 1 e persino 2 siano protetti con interruttori differenziali ad alta sensibilità (≤30 mA).
Perché è così importante? Perché l’acqua riduce la resistenza del corpo umano, rendendo molto più facile il passaggio di corrente elettrica anche a bassi voltaggi. L’interruttore differenziale ha il compito di rilevare rapidamente la perdita di corrente e interrompere l’alimentazione quasi istantaneamente (entro frazioni di secondo), prevenendo il rischio di elettrocuzione.
Un secondo aspetto importante per la sicurezza in piscina è il sistema SELV - Safety Extra Low Voltage, ovvero “tensione di sicurezza extra-bassa”. Si tratta di un sistema di alimentazione elettrica isolato galvanicamente dalla rete di alimentazione principale (230 V) tramite un trasformatore di sicurezza, che garantisce una tensione massima di 12 V in corrente alternata (AC) o 30 V in corrente continua (DC).
Il principio alla base del SELV è semplice: ridurre la tensione al punto che, anche in caso di contatto diretto con conduttori o parti metalliche sotto tensione, la quantità di energia disponibile non sia sufficiente a causare danni gravi o letali. Anche se si verificasse un guasto, una rottura dell’isolamento o l’immersione accidentale di un cavo, la tensione così bassa non rappresenterebbe un pericolo mortale per l’utente.
Per realizzare un sistema SELV in piscina occorrono componenti specifici e certificati:
- trasformatore di sicurezza con isolamento galvanico, installato al di fuori delle Zone 0 e 1 (preferibilmente in Zona 2 o in locale tecnico).
- Cavi resistenti all’acqua e, per Zona 0, certificati per immersione continua.
- Giunzioni e derivazioni vietate in Zona 0 e rigorosamente stagne (IPX4 minimo) in Zona 1, solo per circuiti SELV.
- Apparecchi illuminanti certificati, con grado di protezione adeguato (IPX8 per Zona 0, IPX4 o superiore per Zona 1).
Un altro aspetto fondamentale è la collocazione del trasformatore SELV. Non può mai trovarsi dentro la vasca o nelle immediate vicinanze (Zone 0 o 1). Deve essere collocato all’esterno delle aree a rischio diretto, così da isolare in modo sicuro il circuito secondario a bassa tensione. Infine, non bisogna dimenticare la messa a terra e l’equipotenzialità. Anche nei circuiti SELV, la normativa impone l’interconnessione equipotenziale di tutte le masse metalliche presenti attorno alla piscina (scale, corrimano, docce, strutture in metallo) per eliminare differenze di potenziale pericolose.
Luci LED Teclumen: efficienza, sicurezza e qualità per l'illuminazione di piscine
Le soluzioni LED Teclumen pensate per l’illuminazione delle piscine si distinguono per le caratteristiche tecniche di alto livello e per un design studiato appositamente per garantire massima protezione e sicurezza in ambienti bagnati e potenzialmente pericolosi, come il bordo vasca. Le lampade Teclumen sono progettate e certificate per rispettare le normative più restrittive in tema di sicurezza elettrica in Zona 0 e Zona 1.
Hanno grado di protezione IP68, che ne consente l'immersione permanente senza rischi di infiltrazioni d’acqua, evitando così ogni pericolo per i bagnanti. Il corpo in acciaio AISI316L è resistente alla corrosione, ai prodotti chimici per la disinfezione e agli urti accidentali. Inoltre, la tecnologia LED utilizzata garantisce bassissimo voltaggio di alimentazione (tipicamente 12V), riducendo notevolmente il rischio di incidenti, anche in caso di malfunzionamento.
Dal punto di vista illuminotecnico, le luci Teclumen offrono una resa luminosa molto elevata, con temperature colore personalizzabili (luce calda, neutra, fredda o RGBW per effetti scenografici), e un’ottima efficienza energetica che riduce i consumi fino all’80% rispetto alle vecchie lampade alogene. Inoltre, l’elevata durata dei LED (oltre 50.000 ore) abbatte i costi di manutenzione e la necessità di sostituzioni frequenti. Tutto questo si traduce in un’illuminazione affidabile, bella da vedere e soprattutto sicura, ideale per hotel, centri sportivi e piscine residenziali che vogliono coniugare estetica, comfort visivo e sicurezza.
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